“BELLEZZA”, DI HUBERT & KERASCOËT: LA RECENSIONE

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“Un libro sontuoso nella veste, delizioso nel disegno e impeccabile nello svolgimento della trama, destinato a deliziare i lettori”. Così Bao Publishing descrive Bellezza, fumetto francese scritto dallo sceneggiatore e colorista Hubert Boulard e illustrato dai Kerascoët (pseudonimo della coppia di disegnatori Sébastien Cosset e Marie Pommepuy)[1]. Per quanto mi riguarda, concordo pienamente con quest’affermazione.

L’opera, dapprima pubblicata sul settimanale a fumetti franco-belga Spirou, è stata in seguito raccolta in tre volumi a colori, usciti in Francia tra il 2011 e il 2014. La proposta della Bao consiste in una pregiata edizione integrale di 144 pagine: un cartonato con vernice UV spessorata su carta naturale, dorso istoriato e stampa in bicromia nero-oro (il tutto all’onesto prezzo di 21 euro). Nel caso di Bellezza, insomma, mai un titolo poteva essere più appropriato. Tuttavia la vera bellezza non è mai solo esteriore, e fortunatamente questo fumetto è tanto incantevole quanto invitante [potete trovare l’anteprima qui].

BELLEZZA2La protagonista, Baccalà, è una ragazza brutta e goffa che viene costantemente sbeffeggiata dagli abitanti del villaggio per via del suo aspetto. Il crudele nomignolo le è stato affibbiato a causa del suo odore: la sventurata è infatti costretta dalla madrina a svolgere i lavori di casa più umili, tra i quali squamare ogni giorno montagne di pesci; perciò Baccalà è talmente impregnata della loro puzza che non può fare nulla per togliersela di dosso.

Un giorno la fanciulla sosta sulla riva di un lago, piangente dopo l’ennesima umiliazione subita, quando vede un rospo. Prova empatia per quell’essere, brutto e deforme quanto lei, e istintivamente lo prende in mano. Così facendo lascia cadere una lacrima sul dorso dell’animale, il quale – meraviglia! – si rivela essere una fata. Mab, questo il suo nome, era costretta da anni nelle sembianze di rospo a causa di un maleficio che solo una lacrima di compassione poteva sciogliere. Per sdebitarsi, la fata invita la sua salvatrice a esprimere un desiderio. Subito Baccalà chiede la cosa che desidera di più, ovvero la bellezza. La fata non può modificare la realtà, però può alterare la percezione: con il suo incantesimo, d’ora in poi, Baccalà apparirà bellissima agli occhi di chiunque.

Si compie così la trasformazione di Baccalà in Bellezza. Inizialmente la ragazza è felicissima del cambiamento, ma col passare degli anni scopre che il dono di Mab è una vera e propria maledizione. L’incantesimo, infatti, ha reso la giovane così attraente da destare i peggiori istinti negli animi degli uomini che posano gli occhi su di lei: passione, gelosia e cupidigia si fondono in un’ossessione sfrenata, che conduce alla pazzia tanto i contadini quanto i re. Bellezza richiama dunque atmosfere da fiaba svelandone però il lato più oscuro, così come accade in Dolci tenebre (anch’esso illustrato dai Kerascoët e pubblicato in Italia dalla Bao).

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Il delizioso tratto dei disegnatori, impreziosito dai tocchi d’oro della bicromia, ricorda vagamente alcune illustrazioni stile Art Noveau e dona a Bellezza un aspetto da libro per bambini di una volta. È molto interessante la soluzione adottata dal duo francese per rendere al meglio l’illusorietà della bellezza della protagonista: Baccalà viene per lo più rappresentata con il suo vero aspetto, tranne che per alcune vignette “filtrate” dal punto di vista dei comprimari della storia, nelle quali appare meravigliosa. Grazie a questo ingegnoso espediente il lettore sa che Bellezza non ha veramente cambiato aspetto, e che dietro alle sembianze dell’incantesimo si cela sempre Baccalà. I disegni, inoltre, stemperano la crudezza di alcune scene, evitando di renderle disturbanti senza tuttavia edulcorarle eccessivamente.

Se il comparto grafico è uno dei punti di forza dell’opera, la trama non è da meno: la storia è solida e avvincente. Gli eventi s’incastrano precisi tra loro come meccanismi di un orologio, conducendo inesorabilmente alla giusta conclusione della vicenda. I personaggi, dal canto loro, sono ben caratterizzati. Baccalà, dapprima timida e dolce, diventa ben presto capricciosa e superba; questa sua nuova condizione la spinge più volte a commettere degli errori, anche se personalmente dietro a ciò vedo più ingenuità che cattiveria. Gli uomini, nel complesso, fanno una figura ben meschina in confronto alle altre protagoniste femminili: anche se non mancano donne stupide e cattive come le compaesane di Baccalà o le sue damigelle di corte, vi sono comunque personaggi dotati di un carattere forte e risoluto.

Con questa stupenda edizione Bao Publishing porta nel nostro paese una piccola perla del fumetto francese che, ritengo, sarà apprezzata da un pubblico piuttosto ampio.

[1] Hubert e Kerascoët hanno già collaborato alla stesura della serie Miss Pas Touche, edito in Italia nel 2008 dalla Planeta DeAgostini col titolo La vergine del Bordello