Emma è una donna decisa, amante del cibo e dei viaggi, e ha un sogno: far parte della prestigiosa Guida Michelin. Superando la diffidenza di un ambiente di soli uomini, riesce a essere ammessa come ispettrice. Emmanuelle Maisonneuve racconta gli anni trascorsi spostandosi per la Francia a valutare ristoranti e alberghi di ogni tipo.
È interessante scoprire i retroscena di questo mestiere: dietro l’apparenza ricercata di pranzi e cene in locali stellati si cela un lavoro faticoso, fatto di norme severe e responsabilità; dall’altro lato c’è invece il fascino dei sapori, dei luoghi, delle scoperte di gioielli nascosti della gastronomia. Il racconto trasmette bene la passione di Emma per la cucina, anche grazie al contributo della giornalista gastronomica Julia Pavlowitch alla scrittura e dell’artista Kan Takahama ai disegni.
Quest’ultima offre pagine dai colori invitanti e ricche di dettagli: attirando l’attenzione sulle vivande o sui personaggi con i primi piani, che oltrepassano i confini delle vignette dal taglio regolare e ordinato, conferisce maggiore tridimensionalità al tutto. Il suo lavoro è prezioso anche per illustrare il viaggio di Emma in Giappone, paese dalla tradizione culinaria in netto contrasto con quella francese.
L’unico aspetto poco digeribile dell’opera è di essere troppo didascalica: avrebbe giovato un approfondimento sulla vita della protagonista (il cui avvincente background di studi, viaggi e lavoro è riassunto in poche parole). Malgrado ciò, Il gusto di Emma è un resoconto appassionato, interessante e delizioso nel vero senso della parola.
[Articolo pubblicato su Lo Spazio Bianco il 29/03/19]
