“POCO RACCOMANDABILE” DI CHLOÉ CRUCHAUDET: LA RECENSIONE

Poco raccomandabile è ispirato a fatti realmente accaduti. Tratto dal libro La Garçonne et l’Assassin, di Fabrice Virgili e Danièle Voldman, racconta la storia di Paul Grappe: un disertore della Grande Guerra che per sfuggire all’esecuzione capitale è diventato un travestito.

Paul si è appena sposato con l’amata Louise quando è costretto a partire per il servizio militare; promosso caporale suo malgrado, si trova a fronteggiare gli orrori della vita di trincea. Sconvolto e impaurito, arriva ad amputarsi l’indice della mano destra nella speranza di essere riformato. L’espediente però non funziona, così Paul fugge prima di essere spedito nuovamente al fronte e torna a Parigi.

Ricercato e costretto a restare nascosto in una camera d’albergo, l’uomo diventa sempre più depresso e irritabile. Una notte, stufo della prigionia, si camuffa con gli abiti della moglie ed esce a fare una passeggiata. Nessuno per strada si accorge del trucco e Paul, galvanizzato dalla ritrovata libertà, decide di assumere l’identità di Suzanne. All’inizio tutto è quasi un gioco sia per Paul sia per Louise, alleata del marito nella realizzazione dell’insolito piano: è lei che aiuta Paul a disfarsi della propria barba, con l’ausilio di un apparecchio che brucia i bulbi piliferi; inoltre, lo assiste nella complicata opera di maquillage e gli insegna a imitare voce e movenze femminili.

L’amnistia per i disertori non arriva però che dieci anni dopo la fine della guerra. Per tutto questo tempo Paul veste i panni di Suzanne, alterando il proprio equilibrio psichico e creando un grosso conflitto nella propria vita coniugale. L’uomo, infatti, si è calato sorprendentemente bene nella parte: di giorno lavora nella stessa sartoria della moglie; di notte diventa la regina del Bois de Boulogne, dove i parigini più licenziosi si ritrovano a caccia di trasgressione in mezzo ad alcool, droghe e orge. Paul ama essere Suzanne. Da vera femme fatale attira gli sguardi, riesce ad accattivarsi le simpatie della gente, suscita il desiderio nel prossimo. Quando viene finalmente concesso il perdono per i disertori la coppia pensa di poter finalmente tornare alla normalità, ma le cose si rivelano molto più complicate del previsto.

Sceneggiatrice, disegnatrice e colorista, Chloé Cruchaudet ha studiato arti applicate e si è specializzata in cinema d’animazione a Parigi: ciò è reso evidente nell’impostazione dell’opera, simile alla trasposizione grafica di un film d’epoca. Le vignette dai contorni indefiniti rendono l’atmosfera suggestiva, vagamente noir e un po’ onirica; ciò è esaltato anche dalle tonalità seppia, nero e rosso utilizzate. Il tratto morbido stempera la crudezza di alcune scene, evitando così di scadere nella volgarità. La lettura è avvincente e piuttosto scorrevole.

Il risultato è, come scritto sul retro di copertina, “un commovente, delicato, tragico graphic novel, ispirato a una storia vera, che fa riflettere in modo nuovo sulle questioni dell’identità e del genere”. In Francia il romanzo ha riscosso un notevole successo, arrivando a vincere il Prix Cultura del festival di Angoulême. Edito in Italia dalla Coconino Press, costa 19 euro.