VOLT – CHE VITA DI MECHA #2 (STEFANO CONTE)

Le (dis)avventure di Volt, protagonista di Che vita di Mecha, continuano nel volume Il nemico alla porta. Costretto dalla tirannica Dark Mother ad accettare il lavoro da commesso nella fumetteria “Comic Sans”, il robottino deve affrontare avversari peggiori dell’oscura genitrice.
Stefano Conte, che attinge a piene mani dalla cultura nerd, stavolta gioca con uno dei suoi oggetti iconici: il Manuale dei Mostri di D&D (qui trasformato nel Nerdonomicon, manoscritto illustrato che cataloga i clienti dei negozi di fumetti). Che vita di Mecha si regge su un mix di parodia, cultura pop e gag surreali, calato nel contesto inedito della fumetteria, della quale viene esaltata la capacità di attirare bizzarri esemplari antropologici.
Il tratto caricaturale dei disegni strizza l’occhio allo stile umoristico dei manga ma allo stesso tempo è originale, specie grazie all’aspetto dei personaggi umanoidi con fattezze di animali o oggetti. A fine volume vi sono le strisce della serie pubblicate originariamente online e varie rubriche, come il glossario per orientarsi nella mole di citazioni; in realtà anche questo spazio si rivolge agli appassionati del genere, come l’umorismo alla base dell’opera. Così il punto forte di VOLT nasconde anche il suo maggior difetto: tanto è divertente per gli assidui frequentatori delle fumetterie, tanto può risultare oscuro a quelli occasionali. Che vita di Mecha è comunque un prodotto valido, con le potenzialità per diventare un piacevole appuntamento bimestrale per molti lettori.

[Articolo pubblicato su Lo Spazio Bianco il 13/03/2017]