CINZIA, LA MACCHIA (DI LEOPARDO) SUL VESTITO BUONO DELLA SOCIETÀ

“L’amore non si misura in centimetri.”

In entrambe le cover che Leo Ortolani ha realizzato per Cinzia, la sua ultima graphic novel, la protagonista ha il piglio della diva affermata. Nella prima, fasciata da un abitino leopardato e calzando scarpe dai tacchi vertiginosi, sfila con portamento regale e spavaldo davanti alla folla che la fissa sgomenta; nella seconda – la variant esclusiva per le librerie Feltrinelli – osserva il lettore con uno sguardo dolce e sensuale, in una posa che accentua i richiami alle copertine patinate di Vogue. Di recente l’eroina biondo platino è comparsa anche su Playboy, che ha pubblicato una speciale intervista “alla transessuale più famosa d’Italia” nel numero di questo mese.

In effetti non c’è da stupirsene, perché Cinzia era una star già da molto prima che uscisse un fumetto con il suo nome: nata come spalla comica del supereroe Rat-Man, di cui è follemente innamorata senza essere corrisposta, negli anni è diventata uno dei personaggi principali della serie (conquistandosi pure alcuni ruoli da protagonista in parodie come La Gladiatora). La personalità travolgente, il carattere sensibile e la capacità di prestarsi a una serie di gag memorabili l’hanno resa la favorita di molti lettori. Anche se parecchie battute riguardano la prodigiosa attrezzatura che – a dispetto delle fattezze femminili – cela in mezzo alle gambe, Cinzia ha sempre manifestato delle enormi potenzialità. E la conferma definitiva, a un anno dalla chiusura della serie storica di Ortolani, alla fine è arrivata. Da una costola dell’Uomo Topo il suo Creatore l’ha plasmata in un racconto nuovo, totalmente avulso dall’universo di Rat-Man, che però ne mantiene la stessa inconfondibile cifra stilistica.

Nonostante l’umorismo surreale dell’autore, il contesto di Cinzia è quello della quotidianità. Una routine che per la protagonista ha il perenne sottofondo del dissenso di coloro che la vedono come “una macchia scura sul vestito pulito della loro realtà”. Cinzia è una donna con trenta centimetri in più e un nome sbagliato sui suoi documenti, ed è costretta a destreggiarsi nella società con tutto ciò che questo comporta: le difficoltà a trovare un lavoro, le occhiatacce della gente per strada, i continui fallimenti all’esame di naturalizzazione del genere. Nel frattempo divide l’appartamento con la sua migliore amica Tamara (fiera attivista nel movimento LGBT locale), barcamenandosi fra lavoretti saltuari.

Un giorno però a Cinzia succede la cosa più normale e allo stesso tempo più imprevedibile del mondo, si innamora di un uomo che incontra per strada. Il sentimento che sboccia in lei è così forte da spingerla a tentare l’impossibile per avvicinare l’oggetto del suo desiderio: mettere da parte la donna che è diventata e indossare di nuovo i panni di Paul, l’identità che si è lasciata alle spalle da anni e che tuttavia continua a perseguitarla. Benché il racconto ruoti attorno all’innamoramento della coraggiosa leoparda per il bel Thomas, non si tratta di una “semplice” storia d’amore. Cinzia è il racconto di un percorso di crescita e della ricerca del proprio posto del mondo; che poi è quello che cerchiamo un po’ tutti, ed è già difficile trovarlo senza un corpo che non rispecchia chi siamo veramente.

Per raccontare tutto questo Leo Ortolani si serve della sua arma migliore, l’impareggiabile ironia unita a una rara capacità di toccare con parole semplici le corde dell’anima, mantenendo un perfetto equilibrio tra divertimento e pathos. Il bersaglio principale delle sue battute fulminanti è la società, o meglio gli individui che si appellano a concetti come “natura” e normalità” per emarginare chi non rientra nei canoni prestabiliti. Una metafora azzeccata è quella del Diluvio universale: “O maschio o femmina, e in coppia con femmina o maschio!” ribadisce Noé a Cinzia, che in una gag a più riprese cerca di intrufolarsi di nascosto nell’Arca che condurrà alla salvezza solo le creature degne di ripopolare la Terra purificata dalle acque.

Ma l’autore non fa sconti a nessuno: cominciando da Cinzia, costantemente autoironica, e passando per il gruppo LGBT+ che frequenta assieme a Tamara, il fumettista scherza sulle contraddizioni di un movimento che a volte si perde dietro alla forma e crea ulteriori divisioni al suo interno, isolando ancor di più i suoi membri anche dalla collettività di cui vorrebbero fare parte. Un argomento su cui è molto difficile fare battute senza sollevare un vespaio, eppure Ortolani ci riesce con grazia. Specialmente perché, mettendo ai due estremi i difensori della “famiglia tradizionale” e la comunità LGBT, illustra bene la differenza tra ridere di o con qualcuno.

La voce narrante è quella di Cinzia che si racconta in prima persona, senza filtri, in un modo semplice e onesto che va dritto al cuore. È impossibile non empatizzare con questa donna intelligente, affascinante, buffa, passionale, dolce, insicura, a tratti un po’ sciocca. Cinzia è una Protagonista con la “P” maiuscola, capace di far riconoscere chiunque in se stessa, abbattendo le barriere fra uomo e donna. Soprattutto, ci ricorda una lezione semplice ma importante: prima di amare qualcun altro, dobbiamo imparare ad amare noi stessi. Poiché persino le grandi eroine hanno bisogno di una spalla, è chiaro che Cinzia non poteva fare tutto da sola: Tamara riesce benissimo ad affiancarla e sostenerla, come solo le migliori amiche sanno fare. Anche lei fa parte dei personaggi “presi in prestito” da Rat-Man e si emancipa senza sforzo dal contesto di provenienza, mantenendo il carattere esuberante e affettuoso con cui si è fatta conoscere in passato.

Questo ci rimanda a uno dei pregi di Cinzia: avere un’impronta familiare per i fan affezionati di Leo Ortolani pur essendo un fumetto inedito, e al tempo stesso essere del tutto godibile per chi non ha letto niente delle opere precedenti. La firma inconfondibile dell’autore non si limita ai disegni: la storia scorre veloce, ma una lettura più attenta rivela che dietro all’apparente disinvoltura nulla è lasciato al caso e che, come al solito, ogni tavola è studiata nei minimi dettagli. Commedia e dramma, musical e prosa, realtà e assurdo si fondono in modo omogeneo, dando vita a un racconto coerente e unico nel suo genere.

In conclusione, che si incontri Cinzia per la prima volta o che la si conosca già, è difficile che la sua storia lasci indifferenti: come tutti i fumetti fatti con il cuore, conquista facilmente un posto anche in quello dei lettori. Per dirla con le parole dell’editore Bao Publishing, “è un libro che amerete senza ritegno e che consiglierete, regalerete, terrete in bella vista per molto, molto tempo”, e almeno per quanto mi riguarda devo dire che ci hanno preso in pieno. Perché Cinzia, come direbbe scherzosamente il suo creatore, ti prende alle spalle e ti resta dentro. Siete avvisati.