IL CANDORE DELL’ADOLESCENZA: BLUE DI KIRIKO NANANAN

È la prima volta che blue, una delle opere d’esordio di Kiriko Nananan, viene pubblicato in Italia: in Giappone è stato prima serializzato sulla rivista COMIC Are! nel 1996, per poi essere riproposto l’anno successivo in un tankobon che ne raccoglieva tutti gli episodi; lo stesso volume ora edito da Dynit Manga, che ha scelto questo titolo per presentare al pubblico un’autrice finora sconosciuta nel nostro paese.

La data della prima edizione del manga ci porta a una delle sue peculiarità: come per molti slice of life, quella di blue è una storia senza tempo. Non solo vicende simili a quella narrata sono già successe e succederanno anche in futuro, ma lo stile minimalista e l’atmosfera sognante rendono il racconto sospeso in un’epoca sempre attuale.

La storia si sviluppa attraverso le riflessioni della protagonista, Kayako Kirishima. Ragazza intelligente, dal carattere mite e riservato, frequenta l’ultimo anno di una scuola superiore femminile ed è affascinata dalla compagna di classe Masami Endo, il cui misterioso passato è oggetto di pettegolezzi tra le altre studentesse.
Un giorno Kirishima riesce ad attaccare bottone con Endo e le due entrano in confidenza in modo spontaneo, dando inizio a un’amicizia che con il tempo diventa sempre più stretta. L’affetto che Kayako nutre per Masami sboccia in vero e proprio amore, sentimento che sembra ricambiato; eppure il carattere sfuggente dell’amica provoca in Kayako un’ansia quasi ossessiva di colmare le distanze fra loro, un desiderio inappagato che si traduce in un intreccio di tenerezza e gelosia.

Una cosa che salta all’occhio è che il punto di vista dell’autrice è circoscritto: non solo è concentrato quasi totalmente sul sesso femminile, ma esclude il più possibile gli adulti, che compaiono di sfuggita come se appartenessero a un altro mondo. Tutto è cristallizzato nel periodo dell’adolescenza, nelle sue varie sfaccettature e stati d’animo.

Nonostante l’opera sembri voler preservare la purezza degli anni giovanili (“Forse sarebbe meglio che il tempo si fermasse” – osserva Masami – “Sarebbe bello se fosse come in questo momento, per sempre”)racconta di un percorso di crescita: il primo amore, la scuola, i rapporti personali, il divario tra i desideri per il futuro – spesso ancora vaghi e incerti – e le aspettative dei propri genitori.

Come indica lo stesso titolo, la sensazione dominante nell’opera è la malinconia, accentuata dai disegni. Il tratto elegante ed essenziale di Kiriko Nananan si caratterizza per le linee sottili, oltre che per il netto contrasto fra bianco e nero che raramente concede spazio al grigio dei retini; le vignette dai bordi regolari racchiudono spesso primi piani focalizzati sui volti dei personaggi o su singoli dettagli dei corpi, che spiccano nitidi nel bianco quasi accecante degli sfondi, lasciati intenzionalmente vuoti. Ogni inquadratura sembra l’istantanea di un attimo a sé stante, ed è questo a dare l’impressione di un tempo dilatato, sospeso.

Tale minimalismo è efficace nel porre tutta l’attenzione del lettore sui personaggi e sulle loro emozioni, tuttavia porta ad attimi di confusione in alcuni passaggi (quando si fa fatica a distinguere un volto da un altro, ad esempio, o in particolare nella scena un po’ frettolosa in cui Kayako accetta di seguire un ragazzo in un hotel). Inoltre, nonostante lo stile dell’autrice sia affascinante, il tono emotivo del fumetto rischia di risultare a tratti un po’ monocorde.

La pubblicazione di blue si incastra perfettamente nell’operato di Dynit Manga, attualmente impegnata nel far (ri)scoprire autori giapponesi quasi o del tutto inediti in Italia proponendo dei volumi autoconclusivi (i recenti Helter Skelter di Kyoko Okazaki o Il bambino di Dio dei fratelli Nishioka sono solo due esempi).

Il manga di Kiriko Nananan, difficilmente collocabile in un solo genere – quasi a riflettere il delicato momento di passaggio delle protagoniste, in bilico tra l’adolescenza e l’età adulta – si distingue dalla produzione nipponica mainstream e offre uno spaccato poetico, sincero e non convenzionale su un periodo della vita profondamente bello e ricco di inquietudini.

[Articolo pubblicato su Lo Spazio Bianco il 6/12/2018]