“STRANGERS IN PARADISE” DI TERRY MOORE: UN PASSO INDIETRO E RECENSIONE DEL VOLUME #04

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.…Tutti sono bambini cresciuti, che ora hanno giocattoli più grandi e più perfezionati con cui giocare. Di solito, a un certo punto della nostra vita, ci troviamo a giocare con il giocattolo per eccellenza: un altro essere umano […] Quando mi chiedono di cosa parla la storia, rispondo che parla del male che ci facciamo l’un l’altro in nome dell’amore e dell’amicizia.”
(Terry Moore)

Tre diverse case editrici, 107 albi, quattordici anni complessivi di lavoro: questi i numeri di Strangers in Paradise, la serie che ha fatto conoscere Terry Moore in tutto il mondo e l’ha consacrato come icona della rinascita degli autori indipendenti. L’opera ha vinto numerosi premi tra cui l’Eisner Award (categoria Miglior Serie), il Premio Ruben della National Cartoonist Society e il Premio GLAAD (entrambi come Miglior Libro).

Protagoniste della storia sono Katina Choovanski – soprannominata Katchoo – e Francine Peters. Coinquiline e amiche dai tempi del liceo, le due ragazze non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra. Da una parte c’è la grintosa Katchoo: bionda e magra, esuberante e sfacciata, ironica e spesso aggressiva. Dall’altra c’è la timida Francine: mora e rotondetta, dolce e romantica, un po’ goffa e insicura; al contrario di Katchoo, che detesta gli uomini e non fa nulla per nasconderlo, Francine passa da una relazione all’altra senza smettere di sognare l’arrivo del fantomatico Principe Azzurro (rimediando però solo cocenti delusioni).
Nonostante tutto, Katchoo e Francine sono unite da un legame profondo e indissolubile. Katchoo è sinceramente e disperatamente innamorata di Francine; quest’ultima, che a tratti sembra ricambiare, in realtà è molto confusa circa i sentimenti che prova per l’amica. A complicare le cose si aggiunge un ragazzo, David, innamorato a sua volta di Katchoo: il suo arrivo segnerà una svolta nella vita delle due protagoniste, instaurando un difficile triangolo affettivo attorno al quale ruoterà gran parte della vicenda.

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La storia si divide su due binari paralleli: la trama principale è composta dai rapporti che intercorrono tra i protagonisti (e la folta schiera di personaggi che si presentano con lo svilupparsi del racconto); l’altro asse portante introduce elementi thriller legati all’oscuro passato di Katchoo, che torna a galla in maniera improvvisa e piuttosto violenta.

Di solito non amo abusare delle parole “genio” e “capolavoro”, ma nel caso di Terry Moore sento di poter usare questi termini senza alcuna riserva. L’autore crea un armonioso intreccio di generi narrativi normalmente inconciliabili, dando vita a una storia d’amore che passa con disinvoltura dalla commedia scanzonata e irriverente al dramma, comprendendo anche la categoria hard-boiled.
Abilissimo sceneggiatore, Moore spezza la tradizionale narrazione attraverso i disegni inserendo talvolta brevi sezioni scritte in prosa, alla maniera di un romanzo; inoltre, i capitoli sono spesso intervallati da poesie, testi di canzoni e riflessioni dei protagonisti riportate sotto forma di discorso diretto. Il tutto è impreziosito dalle citazioni onnipresenti nell’opera.
I disegni sono indubbiamente un altro punto forte di Strangers in Paradise: estremamente eleganti, caratterizzati da un tratto pulito e realistico che al tempo stesso (in determinate scene) strizza l’occhio allo stile cartoon, con risultati esilaranti.
Ultimo ma non meno importante elemento da considerare, Terry Moore è riuscito a imporsi sulla scena fumettistica americana debuttando con un’opera che prende le distanze della produzione made in USA tipica di quegli anni, in un periodo in cui i supereroi vincevano a mani basse. E l’ha fatto inventando due stupendi, fragili, complessi personaggi femminili nei quali ogni lettore riesce benissimo ad identificarsi.

Nel nostro paese la storia editoriale di Strangers in Paradise – conosciuto tra i fan anche come SiP – ha avuto numerosi alti e bassi: tra il 2000 e il 2005 la serie è stata pubblicata in diversi formati da varie etichette (tra le quali Macchia Nera), talvolta con lunghi periodi d’interruzione. Nel 2006 la Free Books ha avviato la ristampa dei primi 12 volumi dell’edizione economica in formato bonellide per le edicole, che sono però attualmente difficili da recuperare.

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Le immagini sopra sono a testimonianza del periodo in cui potevi trovare la pubblicità di SiP sulle pagine di Lupo Alberto (1998). No, non è nostalgia, mi è solo entrata una bruschetta in un occhio.
Due foto a testimonianza del periodo in cui potevi trovare la pubblicità di SiP sulle pagine di Lupo Alberto (1998). Nostalgiappalate.

La svolta è arrivata nel 2013, quando la BAO Publishing ha annunciato di voler pubblicare l’Edizione Definitiva della serie in sei volumi. Caratterizzata dagli alti standard qualitativi tipici della casa editrice, tale ristampa è la migliore e più completa finora realizzata. L’opera è ben curata sotto tutti i profili, a cominciare dalla traduzione.
Volendo trovare un punto debole, si fa notare l’assenza di una prefazione o di altri contenuti aggiuntivi di sorta: una mancanza un po’ penalizzante per un fumetto poco conosciuto in Italia dai lettori più giovani. Tuttavia Strangers in Paradise resta uno dei titoli più importanti riproposti dalla BAO, che ancora una volta ha colmato una significativa lacuna del panorama fumettistico nostrano.

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Passiamo appunto alla recensione del quarto volume della serie.
Ormai avrete capito che mi sono letteralmente innamorata di Strangers in Paradise. Eppure questo numero ha superato ogni mia aspettativa.

Francine si trova ancora una volta davanti ad un bivio: passare il resto della sua vita con Katchoo, o assecondare il sogno che accarezza fin da piccola di sposarsi e mettere su famiglia? E’arrivato il momento di prendere una decisione definitiva, perché stavolta non c’è più spazio per le incertezze.
Tuttavia, la ragazza non può fare a meno di chiedersi come sarebbe ora la sua vita se non avesse commesso certi sbagli che l’hanno segnata in modo indelebile. L’autore inoltre gioca nuovamente con i salti temporali, prospettando una serie di possibili scenari futuri influenzati dalle scelte che la protagonista può fare.
In questo numero la capacità di Moore nella descrizione delle sequenze introspettive si fa magistrale; tra le scene che ho maggiormente apprezzato c’è quella in cui Francine si ritrova a confrontarsi con se stessa bambina, in un dialogo surreale e dotato di una certa forza emotiva.

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Katchoo, d’altro canto, si ritrova a dover riprendere in mano le fila della propria esistenza. Tra l’addio di David – che potrebbe essere definitivo – e l’indecisione di Francine, la ragazza decide di dedicarsi nuovamente alla sua carriera artistica (imprevedibilmente aiutata dalla svampita amica Casey).
Nel frattempo, la sotto-trama ha uno sviluppo inquietante: il ritrovamento del cadavere di una donna abbandonato in un bosco spinge l’F.B.I. a riaprire una vecchia indagine. La sinistra ombra delle “ragazze di Parker” torna ad allungarsi nella solita scia di sangue e violenza, rischiando di mettere nuovamente in pericolo l’incolumità di Katchoo e delle persone che ama.

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Il quarto volume di Strangers in Paradise, in sostanza, segna la chiave di volta della serie: superata la metà del percorso, comincia a delinearsi quello che sarà il gran finale. La suspance è però più alta che mai, e il lettore non vede l’ora di avere fra le mani il volume conclusivo della vicenda (una soddisfazione dolceamara, dato il senso di vuoto che accompagna sempre la fine di una storia amata).

Ancora una volta Moore tocca le corde più profonde dell’anima, regalandoci risate e momenti di disperazione. Meraviglioso e dolorosamente intenso, questo numero vi lascerà senza fiato.

Una risposta a ““STRANGERS IN PARADISE” DI TERRY MOORE: UN PASSO INDIETRO E RECENSIONE DEL VOLUME #04”

  1. Hey Terry, looks good! I ordered one of evtheyring (although I had to chose between the SiP tumbler and the ECHO tumbler! Went with SiP and the girls .didn’t want Tambi after me!) Great to see that you are keeping us up-to-date with the SiP crew ..miss em alot! We’ve got Chicago’s Wizard World in a couple of weeks and was hoping you would drop in and really make the con special! Take care, Otis.

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